1.4 L’American way of life tra sogno e realtà

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Consumi e salari nell’immediato dopoguerra

Nonostante le sue asprezze, a Trieste l’occupazione militare Anglo-Americana viene ricordata come un periodo gaio e sereno. Dopo i duri anni di guerra, ora le persone ricominciarono a fare progetti per il futuro. Nella Zona A, l’American way of life era qualcosa che si poteva vedere da vicino, ma che non era alla portata della maggioranza della popolazione.

Sebbene a Trieste locali notturni, sale da ballo e cinema si moltiplicassero, nel 1946 solo circa l’0,8% dei bilanci di una famiglia della classe operaia poteva essere “investito” in divertimenti. Nonostante quotidiani e periodici diffondessero le nuove mode del momento, la maggior parte delle donne doveva riparare o riaggiustare i vestiti non potendo permettersene di nuovi.

Nel 1953 un giornale di Trieste titolava “Donne ribellatevi” parlando della lunghezza delle gonne, ma molto tempo sarebbe stato necessario prima che ciò si rendesse effettivamente possibile. Anche se desideratissimi, gli elettrodomestici non avevano quasi alcuna diffusione tra le massaie della Zona A. Infine, nel 1946 solo il 10% delle case della classe operaia disponeva di un bagno.

Erica Mezzoli
WeCanIt – University of Ljubljana

1.4.a

Parola d’ordine: efficientismo

casalinga anni 50 modello americano
Fig. 1.4.a – Il nuovo modello di casalinga che arriva dagli Stati Uniti è quello un di manager in grado di gestire tutto: pulizia della casa, finanze famigliari e, infine, affetti.
(Fototeca CMSA, Trieste – USIS, inv. F169735)

1.4.b

I salari delle donne

Salari massimi delle donne nelle zone di Trieste, Gorizia e Pola durante il GMA-“Venezia Giulia”
Fig. 1.4.b – Salari massimi delle donne nelle zone di Trieste, Gorizia e Pola durante il GMA-“Venezia Giulia”. Valori in Lire italiane.
(Erica Mezzoli, Labour Data for the Zone A-AMG Venezia Giulia and the Zone A-Free Territory of Trieste, 1945-1955 – forthcoming dataset)

1.4.c

Il Corriere di Trieste: Donne e consumi nella Zona A

Il Corriere di Trieste (1945-1960) è l’organo di stampa che meglio è in grado di mettere in evidenza la complessità del dopoguerra e dei primi anni della Guerra fredda nella Zona A.
Si rivela anche un utile strumento per indagare il mercato e i desideri delle consumatrici.

Il Corriere di Trieste, 21 settembre 1947, p. 3
Fig. 1.4.c.1 – Servizio sulla moda sovietica.
(Il Corriere di Trieste, 21 settembre 1947, p. 3)
Il Corriere di Trieste, 12 dicembre 1948, p. 3
Fig. 1.4.c.2 – Sulla sinistra la rubrica domenicale “La vetrina della donna”. Sulla destra, annunci pubblicitari rivolti alle consumatrici.
(Il Corriere di Trieste, 12 dicembre 1948, p. 3)
Il Corriere di Trieste, 1° agosto 1948, p.4
Fig. 1.4.c.3 – Pubblicità di un dentifricio.
(Il Corriere di Trieste, 1° agosto 1948, p.4)
Il Corriere di Trieste, 25 luglio 1948, p.3
Fig. 1.4.c.3 – Immagine dell’articolo “Bagni sotto il plenilunio – Costa Azzurra del dopoguerra”.
(Il Corriere di Trieste, 25 luglio 1948, p.3)

1.4.d

La Fiera

Fiera di Trieste 1948
Fig. 1.4.d – L’istituzione della Fiera di Trieste nel 1948 rappresentò un momento importante nel processo di ricostruzione nel dopoguerra.
(NŠK, Magajna, Fiera di Trieste, 1948)

1.4.e

La borsa nera

Durante il periodo delle occupazioni militari, esisteva un traffico illegale di merci dalla Zona B alla Zona A e viceversa.
Dalla Zona B venivano contrabbandate specialmente le sigarette Kozara o Jadran. Dalla Zona A – in particolare dalla zona di Pola – petrolio e derrate alimentari.

Gli assembramenti davanti ai cartelloni dei cinema o dei teatri
Fig. 1.4.e.1 – Gli assembramenti davanti ai cartelloni dei cinema o dei teatri erano le sedi privilegiate per le trattative.
(NŠK, Šelhaus-Petričevič, 1947_7587-3)
Borsa nera dopoguerra Trieste
Fig. 1.4.e.2 – Uno scambio furtivo in strada.
(NŠK, Šelhaus-Petričevič, 1947_7587-11)

1.4.f

Una starlette americana

Starlette Nyta Dover Trieste
Fig. 1.4.f – Spettacolo dell’attrice, cantante e pin-up Nyta Dover.
(Fototeca CMSA, Trieste – Borsatti – proprietà Fondazione CRTrieste, UB NP 611-40)

1.4.g

Giovani, belli, innamorati e di successo

Fulvia Franco Tiberio Mitri
Fig. 1.4.g – Nel dopoguerra, i triestini Fulvia Franco, Miss Italia ’48, e il pugile Tiberio “tigre di Trieste” Mitri erano il sogno d’amore di molti giovani.
(Archivio Vitrotti)

1.4.h

Come un ragazzo

Ricostruzione significa anche bisogno di comodità. Inoltre, comincia a diffondersi una nozione prima riservata solo ai ceti più agiati: il tempo libero.
Cosi, un paio di pantaloni, una maglietta e un maglione diventano l’outfit unisex per una gita in bicicletta, una scampagnata o un pic-nic in riva al mare.

prêt-à-porter dopoguerra Trieste
Fig. 1.4.h.1 – Un paio di pantaloni, una maglietta e sei pronta per uscire.
(Fototeca CMSA, Trieste – Giornalfoto, inv. F57921)
prêt-à-porter dopoguerra Trieste
Fig. 1.4.h.2 – Per una soirée una donna glamour indossa uno smoking bianco e un paio di scarpe da ginnastica.
(Fototeca CMSA, Trieste – Giornalfoto, inv. F57921)

1.4.i

Baby boom

culle vuote
Fig. 1.4.i – I lettini ancora vuoti ritratti da Carmen Perco ci raccontano del baby boom da lì a venire.
(NŠK, Perco, 1948_7713-10)