Personale di bordo femminile a cavallo della Grande Guerra
Nell’Impero Austro-Ungarico il lavoro marittimo era regolato dall’Editto politico e di navigazione emanato dall’Imperatrice Maria Teresa nel 1774. Oltre ad un altro paio di ordini emessi entrambi nel 1870 dal Ministero del Commercio sui libretti di servizio e dal Governo Centrale Marittimo – Seebehörde in merito ai licenziamenti, l’Editto di Maria Teresa rimase il principale riferimento di legge circa i diritti e i doveri del personale di bordo fino alla risoluzione dell’Impero nel 1918. Dunque, è evidente che gran parte del trattamento riservato a questo particolare tipo di lavoratori dipendeva dai capitani e dagli armatori.
La transizione dalla navigazione a vela a quella a vapore rappresentò un importante punto di svolta anche per le donne: di fatto, il lavoro marittimo di bordo si aprì alle donne quando si affermò il trasporto marittimo passeggeri su piroscafo.
Negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della Grande Guerra, numerose donne provenienti da ogni angolo dell’Impero giunsero a Trieste, si immatricolarono presso le autorità portuali e presero le vie del mare. Esse erano cameriere, stiratrici, lavandaie, manicure ed infermiere. Giovani e vecchie, sposate e nubili, istruite e illetterate.
Nemmeno gli stravolgimenti della Prima guerra mondiale riuscirono a strapparle dal mare. Molte di esse continuarono a navigare anche in seguito, rimanendo le solite “lupe di mare”.
3.1.a
Una ragazza e il mare
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste, 312)
3.1.b
Amalia Reisenhofer
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 295)
3.1.c
Maria Sommer
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 279)
3.1.d
Viaggio di transito
Le transizioni sono come traversate in mare. Talvolta i cambiamenti sono tumultuosi, altre volte sono solo parziali ed avvengono con gradualità. Questo è il caso delle nostre donne di mare. Nella maggioranza dei casi, i documenti di navigazione emessi dal passato regime vennero semplicemente rinnovati da quello nuovo.
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 58)
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 108)
3.1.e
Anna Ladinig
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 81)
3.1.f
Giustina Flego
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 160)
3.1.g
Romilda Pauschler
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 242)
3.1.h
Eleonora Gergely
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 108)
3.1.i
Rapporti di genere
Non conosciamo le ragioni che spinsero queste donne ad imbarcarsi. Forse erano le stesse di un uomo, forse si trattava di esigenze propriamente femminili. Non sappiamo se, in alcuni casi, una volta a bordo avessero subito violenza. Possiamo immaginare di si. Possiamo immaginare anche che non erano considerate come simili o affini dagli altri marittimi.
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 246)
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 108)
3.1.l
Giuseppina Skerlavai
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, 246)
3.1.m
Elena Elisabetta Mahr Grifi
(ASTs, Capitaneria di Porto di Trieste – Gente di Mare, reg. 16147-16749)