Trieste, il porto e i suoi riferimenti femminili
La storia di Trieste, del suo porto e delle donne e degli uomini che lì lavorarono, prosperarono o, al contrario, fallirono e s’impoverirono è legata ad una figura femminile: l’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo.
Spesso si indica Maria Teresa come una personalità emblematica della storia delle donne. Tuttavia, se è indubbio che fu una donna dotata di enorme potere, la sua vicenda appare del tutto interna al mondo aristocratico e alle regole di trasmissione del ‘nome’. Invece, proprio nel suo secolo, il XVIII, Trieste era popolata da numerose donne che, appartenenti al mondo popolare, in questa città avevano cercato autonomia nel mondo del commercio e del lavoro, esprimendo un protagonismo in quanto donne all’interno di vite che ci appaiono straordinarie solo perché, forse, le donne faticano ad emergere dalle fonti. Ad esempio, subito dopo la metà del secolo ci fu il caso di Maria Maddalena Rattichin che, giunta a dodici anni da Gorizia ancora minorenne, non sposata e senza essere sotto la tutela dei genitori, gestiva in prima persona una bottega di mercerie. Oppure quello di Barbara Capuz originaria di Štanjel che, recatasi in Trieste a servizio di un mercante, rimase incinta all’interno di una relazione, di cui non si conosce la natura, con un mercante forestiero che frequentava la casa del suo datore di lavoro. Fuggita senza dare spiegazione, fece nascere la creatura presso la casa paterna e dopo un anno si presentò nuovamente a Trieste, sola, e avviò una disputa con il suo datore di lavoro e quel forestiero, ottenendo 45 ducati per sostentare sé e la creatura.
4.1.a
Trieste prima del Porto Franco
(J. Löwenthal, Geschichte der Stadt Triest, vol. 1, 1857)
4.1.b
Carlo VI e il Porto Franco di Trieste
Il 18 marzo 1719 l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI decretò Trieste Porto Franco dell’Impero. Da quel momento in poi Trieste iniziò il cammino che a fine secolo la portò ad essere uno dei più grandi empori mediterranei.
(Column of Emperor Charles VI in Piazza Unità d’Italia in Trieste – Ph. Erica Mezzoli, 2022)
(Alberto Rieger, Trieste in the 18th century)
(Cesare Dell’Acqua, La proclamazione del Portofranco di Trieste (1855), Museo Pasquale Revoltella)
4.1.c
Trieste Moderna
(Pianta della Ces[are]a Reg[i]a Marittima Città e Porto franco di Trieste (ca. 1780), via Wikimedia Commons)
4.1.d
“Essendo che io Barbara…”
(ASTs, Notarile, notaio Gabbiati (1751-59))
4.1.e
Corrispondenza commerciale anche per Signore
(Il corrispondente Triestino, 1798 – NKČR, via Europeana)
4.1.f
Trieste è/e una Signora
È a partire dal XIX secolo che Trieste viene accosta o impersonata da precisi personaggi o tipi femminili. La misogina e violenta retorica del XX secolo ci ha addirittura presentato una Trieste che doveva dividersi tra il ruolo di vergine costantemente sotto minaccia, e quello di una lasciva e crudele prostituta. Per chi si occupa della storia – marittima, di genere o meno – di Trieste, è routine il rischio di incappare in cliché, rappresentazioni semplicistiche, ideologiche o di maniera. Nella realtà, la città era popolata da donne in grado, con coraggio, di approfittare delle occasioni del Porto Franco e dell’aria di libertà che si respirava a Trieste. Qui riuscirono a trovare quella realizzazione alla quale altrove non avrebbero potuto aspirare e, allo stesso tempo, affrancarsi da legami oppressivi.
(M. van Meytens, Empress Maria Theresia of Austria (1759), ABKW, via Wikimedia Commons)
(Cesare Dell’Acqua, La prosperità commerciale di Trieste, 1877)
(N. Maes, The Account Keeper (1657), Saint Louis Art Museum, via Wikimedia Commons)
4.1.g
L’amico delle donne
(L. J. Heyden, Der Freund des Frauenzimmers, 1781)