La pesca del tonno ha costituito per secoli la principale fonte di sussistenza dei pescatori sloveni del Litorale triestino. Praticata nel tratto di costa tra Barcola e San Giovanni del Timavo, la sua tecnica prevedeva l’appostamento di tre pescatori di vedetta e altri sei o sette in barca.
In questo tipo di pesca, le donne erano coinvolte nella fase finale, quando si trattava di tirare a riva la rete e portare a secco i tonni. A pesca conclusa, i pescatori provvedevano alla suddivisione del pescato: metà andava al proprietario della barca; dell’altra metà, ogni settimo pesce veniva destinato a chi aveva aiutato a portare a riva la rete, donne e ragazzini compresi.
Infine, si passava alla delicatissima fase della pulitura dei tonni, durante la quale anche le donne potevano essere coinvolte. La carne del tonno veniva destinata al mercato, mentre i pescatori e le loro famiglie tenevano per sé le interiora. Cuori e fegati venivano fritti, conditi con il finocchietto selvatico (kuaramač) e consumati subito. Gli stomaci dei tonni venivano conservati sotto sale e preparati come trippa durante l’inverno.
Jasna Simoneta
Ribiški Muzej Tržaškega Primorja
Museo della pesca del Litorale triestino
2.2.a
Le donne e la pesca del tonno nel Litorale triestino
2.2.b
Trieste, l’emporio e… la pesca del tonno
2.2.c
Pesca del tonno ad Aurisina
2.2.d
Pesca del tonno a Santa Croce
2.2.e
Donne e bambini
Il fatto che la pesca del tonno sia fortemente polarizzata dal punto di vista del genere è fuori discussione. L’equipaggio e le vedette sono tutti uomini. Tuttavia, in ragione del suo carattere fortemente collettivo, donne e bambini vi erano coinvolti. Erano loro a dare a questo tipo di pesca il suo carattere comunitario.
2.2.f
Ragazzi
2.2.g
Albatro – Miroslav Košuta
2.2.h
Pulizia
2.2.i
Barca Tonera
2.2.l
La spettacolare pesca del tonno del Litorale triestino
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